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  • S2 E1: With... Jenny Mitchell - Welcome back to Behind the Glass with this early-release first episode of series 2 ! Sam and new co-host Connie talk to prize-winning poet Jenny Mitchell...
    1 month ago

Sunday, February 08, 2009

The Times talks about Seth Grahame-Smith's new book Pride and Prejudice and Zombies and its possible film adaptation (!) and reveals these other Brontë-meets-horror projected (or imagined, we don't really know) parodies:
Other talent agencies are pitching their own slate of monster-lit titles. They include a version of Emily Brontë’s Wuthering Heights, where Catherine, the deceased heroine, returns as a Japanese-style ghost not only to haunt but also to terrorise Heathcliff.
In a reworking of Charlotte Brontë’s Jane Eyre , Mr Rochester has something more terrible than an insane spouse in his attic, and a version of George Eliot’s The Mill on the Floss is powered by human sacrifice. (John Harlow)
Les Quotidiennes suggests some possibilities:
Pour «Les Hauts du Hurlevent», difficile d’en rajouter dans le gore. Mais «Jane Eyre» a un bel avenir devant elle. Folle et lesbienne, elle finit par arracher les yeux du «maître», qu’elle dévore tout cru (vous me direz qu’un œil cuit, ce n’est pas terrible non plus). (Étienne Dumont) (Google translation)
Cape Cod Times asks its readers about the most powerful love story they have ever read:
"Wuthering Heights" by Emily Bronte is the quintessential romance story of two star-crossed lovers who were soul mates but whose love, though lasting beyond the grave, was unrequited. In the old song, "These Foolish Things (Remind Me of You)," the phrase "Oh, how the ghost of you clings" could have been written with the couple in this bittersweet romantic story in mind.
Faith Hakala, Centerville (Melanie Lauwers)
The Guardian talks about Ashmont Country House B&B in Haworth:
Ashmount Country House is in the heart of Brontë country, within strolling distance of the parsonage where Charlotte and Emily lived, wrote and died. Being incorrigibly sentimental, I read Jane Eyre on the train from London, and was wiping away tears by the time I reached Yorkshire and my own Mr Rochester. Romantic reunions aside, the drive to Haworth is enough to satisfy the most poetic of souls, weaving through hilltop villages (including Heptonstall, where Sylvia Plath is buried and Ted Hughes was frequently to be found brooding and writing in the local pub) before gliding for miles across the moors. (Olivia Laing)
The Indianapolis Star interviews author Meg Cabot:
What did you read as a youth growing up in Bloomington?
I spent a lot of time at the Monroe County Library, because we had a really old house without air conditioning, and the library had it. I'd be in the teen section reading fantasy and science fiction. I used to hate teen books because they all seemed so message-heavy. I also liked "Star Wars" and "Spiderman" comic books and classics like Jane Eyre. (Zach Dunkin)
The Irish Independent reviews the film The Secret of Moonacre and finds echoes of Wuthering Heights:
However, the story is over-complicated and isn't directed into clarity by Csupo. Overall, the film feels like an odd mishmash of The Lion, The Witch and the Wardrobe, Wuthering Heights and The Wizard of Oz with a dash of A Clockwork Orange (costumes only). (Aine O'Connor)
The Twilight frenzy arrives even in Brazil where Diario de Pernambuco devotes an article to Stephenie Meyer:
Encontrar nomes satisfatórios para a garota e o rapaz foi difícil. Acabou chamando-a Isabella, nome que estava guardando para a própria filha. Edward veio de influências literárias, especificamente de personagens delineados pelas escritoras Charlotte Bronte (Mr. Rochester) e Jane Austen (Mr. Ferrars). (Teresa Mello) (Google translation)
The French author Hugo Marsan is interviewed in the Nouvel Observateur. Talking about his previous novel Abel, he says:
Et dans «Abel», comme dans «l'Assassin improbable», il y a le rêve de l'amour absolu, impossible bien sûr, qui ne peut être imaginé que retiré du monde, comme dans les romans des sœurs Brontë, ô combien imaginaires, mais si présents, et qui hantent des domaines isolés de la civilisation. Le château c'est le roman. (Cécile Oumhani) (Google translation)
Tellus Folio discusses Cime Tempestose 1956 and qualifies it as one of the first media successes of the Italian television:
Benedetti furono gli anni Cinquanta, che poterono ospitare ‘cose’ come Cime tempestose (‘lo’ sceneggiato televisivo diretto da Mario Landi -che ne curò la sceneggiatura con Leopoldo Trieste- e adattato alla TV da Enrico Piceni, che ne era anche il traduttore). Erano tempi in cui la gente tutta (e specialmente quella semplice e poco scolarizzata delle dislocazioni più impervie e lontane dalle città -che nulla sapeva dei film e della letteratura) guardava le cose con occhi bambini. Soltanto gli addetti ai lavori sapevano dell’esistenza del film Cime Tempestose diretto da William Wyler (1939) e della sua versione in lingua spagnola (Abismos de pasión) diretta da Luis Buñuel (1953). Nessuno (o quasi) fece caso al nome dell’autrice (Emily Brontë). La gente del popolo ignorava, comunque, l’esistenza di Emily Brontë, del suo pseudonimo (Ellis Bell), dello sconcerto iniziale della critica e della sua convinzione che l’opera fosse una produzione immatura di Charlotte Brontë (sorella di Emily- nota negli anni Quaranta con lo pseudonimo Currer Bell) e che precedesse la sua opera più matura Jane Eyre. La prima pubblicazione del libro (1847) aveva incontrato scetticismo e incomprensione. La critica non aveva compreso né ammirato lo stile del romanzo e, soprattutto, ne aveva avversato l’architettura ‘nuova’ (anche quando la sorella di Emily, Charlotte, più nota e famosa, ne aveva curato una seconda edizione). Avevano torto quei critici e furono smentiti dalla critica successiva, che rivalutò il romanzo e scrisse che, in esso, Emily Brontë aveva raggiunto livelli di gran lunga superiori a quelli della stessa Charlotte Brontë. Cime Tempestose divenne un classico della letteratura inglese. (...)
La gente del popolo non ebbe bisogno di conoscere i pareri della critica, il 12 febbraio 1956, quando prese posto nelle scomode sedie allineate alla meglio, in sale senza arredamento né riscaldamento, e assistette alla diretta della prima puntata di Cime Tempestose; non sapeva neppure dell’esistenza di una cosa chiamata critica. Rimase affascinata e calamitata dal piccolo schermo e vi si trasferì dentro, esperimentando quasi fisicamente l’ambientazione degli eventi e le interiori motivazioni dei personaggi. Giovani e meno giovani impararono ad attendere con ansia l’arrivo della puntata successiva, commentando e rivivendo, nel frattempo, eventi/dialoghi/ disavventure e ambienti di Cathe e Heathcliff bambini; interiorizzarono le atmosfere di una delle tre ambientazioni principali del romanzo (la casa cupa e imponente, il cui nome dà origine al titolo). Dubito che agli spettatori stregati dalla trama sia venuto in mente di pensare a coloro che ai due personaggi prestavano il volto (Paolo Foti e Ludovica Modugno). Il seguito della storia (fino all’ultima delle quattro puntate domenicali, quella del 4 marzo 1956) fece sì che le sembianze degli attori (bravissimi) Massimo Girotti e Anna Maria Ferrero si fondessero con le identità di Cathe e Heathcliff adulti, che interi passi del romanzo entrassero nell’inconscio popolare e vi dimorassero, con tutta la forza del loro fascino ottocentesco, e che alcune frasi di Catherine (Vedi: «Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne/ …/ … io sono Heathcliff!») e di Heathcliff (vedi: «Il mondo intero è per me una terribile collezione di cimeli che mi ricordano che lei è esistita e che io l'ho persa!») divenissero celebri e indimenticabili. Vi erano state altre tre mini serie televisive, prima di Cime Tempestose (La Domenica di un fidanzato, Il dottor Antonio, Piccole Donne), e, a mio avviso, erano servite come gradini propedeutici al risveglio del gusto del ‘romanzo’ e avevano preparato il terreno alla potenza dei sentimenti che Cime Tempestose avrebbe suscitato negli spettatori. Piccole Donne era piaciuto molto e a molti, ma Cime Tempestose portò una vera e propria ventata di romanticismo tenebroso tra i giovani, lacrime a fiumi tra i meno giovani e semi di fantasia ribelle tra gli adolescenti.
Ci furono altre versioni di Cime tempestose (un film diretto da Robert Fuest -1970, un film per la televisione diretto da Peter Kominsky -1992, una miniserie televisiva diretta da Fabrizio Costa -2004), ma mai assursero all’onore di evento culturale di massa (perché ‘caddero’ in ‘terreni’ culturali già ‘sfruttati’ e, infine, saturi di sovrapposizioni-mistificazioni pseudoculturali e junk). Mi sento di affermare che, nella versione televisiva del 1956, il romanzo di Emily Brontë rappresentò un ‘fenomeno’ televisivo senza precedenti/ una incredibile risposta popolare a un’iniziativa televisiva/ il primo evento che possa essere definito fenomeno ‘mediatico’. (Mino Reitano) (Google translation)
Weltbild presents the German translation of Anne Donovan's Being Emily: Emily sein oder nicht sein.

Le grenier de Doriane posts about The Tenant of Wildfell Hall in French and Evey has made a Jane Eyre Wordle.

EDIT:
An alert for tomorrow, February 9, from Simsbury, Connecticut:
Simsbury Mystery Book Group at the Simsbury CT Public

Library the second Monday of the month from noon to 1:15 p.m. Dates and
books for Spring 2009:
February 9: The Case of the Missing Bronte (1983) - Robert Barnard (snow date: Tues, Feb 17)
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