Several scenes will hit the viewer hard due to their emotional complexity and make the movie difficult to walk away from without being affected. There is the bond between family members as well as the relationship between Emily and William that makes the story so powerful to watch. If it was to be said that one scene stood out, in particular, it’s the one where Emily tears apart Branwell’s work as Emily has hit rock bottom and takes her anger out on Branwell in a moment of uncensored, raw frustration.
Anyone who remembers the love affair in 1998’s drama, The Governess (which starred Minnie Driver) will definitely see the parallels between Emily and Driver’s character from that film regarding the love story in Emily. Mackey’s character’s perseverance in her time of despair is what led her to publishing her book which is a classic that has been taught in classrooms for quite some time now. Emily is a film with a phenomenal performance by Mackey that should further set her career into motion. While history connoisseurs may debate some of the historical accuracy of the new movie, the film is still a dramatically devastating story that will move audiences and you don’t have to have an appreciation for fine literature to relate to the characters which makes the film particularly stand out from similarly themed films. (Thomas Duffy)
La parità di genere: chiamate le donne a parlare nelle scuole, spiegate agli studenti come stanno le cose. Nel 1844 Emily Bronte, una ragazza inglese di ventisei anni, che quattro anni dopo sarebbe morta per una malattia che oggi si curerebbe con un antibiotico, scrisse “Cime tempestose”, il romanzo più innovativo e potente dell’epoca. I recensori, all’interno della ristrettissima ed elitaria società letteraria, non sapevano come catalogare quel romanzo che aveva due diverse voci narranti e che inscenava lo scontro drammatico tra il potere maschile, detenuto dal terribile Heathcliff, disposto, tra violenza e oscurantismo, a far pagare a chiunque la propria infelicità, e la speranza di autonomia incarnata dalla adolescente autodidatta Caty. Una specie di eresia culturale, nell’epoca vittoriana nella quale nove donne su dieci non sapevano leggere e nella quale alle femmine era interdetto scrivere. Il romanzo si fece strada, lentamente, nell’immaginario collettivo universale: un numero infinito di racconti, film, fiction hanno pescato fino ad oggi, più o meno apertamente, nelle atmosfere e nei personaggi descritti dalla ragazza di cagionevole salute.
Perché vi parlo di Emily Bronte all’interno di una rubrica dedicata a questioni romagnole? Perché Emily, e la sua Caty, mi sono sovvenute quando, nelle scorse settimane, ho intervistato, a Salotto blu, donne che, in Romagna, guidano due delle associazioni che assicurano supporto, protezione e riservatezza alle tante, troppe, donne maltrattate.
(Mario Russomanno) (Translation)
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