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Tuesday, March 23, 2021

Tuesday, March 23, 2021 7:11 am by Cristina in , , , ,    No comments
The Conversation recommends 'Five tourist trips in England inspired by classic novels' and one of them is
4. The North York Moors in Emily Brontë’s Wuthering Heights
But it was one of their chief amusements to run away to the moors in the morning and remain there all day, and the after-punishment grew a mere thing to laugh at.
Wuthering Heights (1847) is a tale of obsessive love. Divided in life, Cathy and Heathcliff are finally joined in death and their spirits roam the Yorkshire moors. For me, Emily Brontë’s classic is more about the landscape than love. When first reading the novel, my interest in Cathy and Heathcliff’s undying love was secondary to my imaginings of the moorland that is their playground and escape. The windswept barren landscape feels synonymous with freedom.
You can walk in the Brontë sisters’ footsteps by following the Brontë Stones, which are situated between Thornton, where the girls were born, and Haworth, where they wrote their classic novels. The Emily Walk is marked by a poem carved into a rocky outcrop from Kate Bush, whose 1978 number one Wuthering Heights was inspired by the novel. The walk leads you away from civilisation and takes in the lovely ruins of Top Withins farmhouse, which is believed to be the inspiration for the Earnshaw home in Wuthering Heights. (Heather Green)
Cambridgeshire Live features G. David, a local bookshop that has been through two pandemics and two world wars.
But with more than 150 years of knowledge between them, is it any surprise that G. David is so firmly embedded in Cambridge?
Their historical books have been a valuable asset throughout lockdown, with prices for the likes of Darwin’s On the Origin of Species, and Charlotte Bronte’s Jane Eyre first editions “through the roof.” (Lottie Limb)
La 27 Ora (Italy) uses several books by Joanna Russ to discuss male chauvinism in literature.
Che cosa pensano le donne? Lo sanno solo gli uomini
Se negare la possibilità di scrivere, l’autorialità, la stessa identità sessuale o sanità mentale, non fosse bastato, spiega Joanna Russ, allora subentrava un altro elemento: l’opera di una donna è immorale o dice il falso. George Henry Lewes, pur amico e sostenitore delle romanziere, recensì negativamente Shirley di Charlotte Brontë, perché il personaggio di Mrs Pryor abbandona il figlio (che, nel testo, assomiglia al padre odiato e perverso). Per Lewes una donna non potrebbe mai farlo (un uomo sì e questo non lo renderebbe peggiore, ovvio). Ovvero, gli uomini hanno preteso di sapere sempre che cosa pensavamo, credevano, sognavano, amavano e facevano le donne. Charlotte gli rispose, ironica: «Con amici simili, chi ha bisogno di nemici?». Il paradosso fra l’altro è proprio questo: continuiamo a ritenere archetipi universali personaggi femminili inventati da uomini come Anna Karenina ed Emma Bovary senza mai chiederci: ma davvero le donne sono così? E perché alle scrittrici non viene riconosciuto la stessa capacità di sapere che cosa alberga nella mente e nel cuore di un uomo? E poi davvero le categorie che gli uomini hanno appiccicato alle donne, belle e consapevoli di esserlo (quale donna si sente davvero bella?), sottomesse, perfide, votate al sacrificio per i figli, peccatrici senza rimorsi o insanabili devote come Lucia Mondella, sono categorie reali? E quelle virili-guerresche-violente-creatrici che hanno attribuito invece a sé stessi sono anch’esse realistiche? Ciò che è ancora più assurdo è che i critici letterari, i biografi e gli storici maschi hanno spesso ritenuto “falso” ciò che una donna raccontava perché loro non ne avevano avuto esperienza. Ma addirittura, ignorando dati evidenti, per esempio, l’omosessualità di una scrittrice, hanno sparato giudizi sul fatto che la sua opera fosse chiaro frutto della sua amarezza di zitella o della tristezza di non essere madre. (Valeria Palumbo) (Translation)
Donna Moderna (Italy) recommends Wuthering Heights among other 'love stories'. Leona Woolfolk posts about Jane Eyre.

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