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Sunday, September 27, 2009

Sunday, September 27, 2009 12:01 am by M. in ,    No comments
An alert for today, September 27. A new chance to see Grazia Deledda & Emily Brontë - Fiamme del paradiso by Rita Atzeri in Elmas, Cagliari (Italy).

L'Unione Sarda informs:
Domenica 27 settembre 2009, alle ore 20, andrà in scena presso il cortile della casa comunale di Elmas, la nuova produzione de Il crogiuoloGrazia Deledda & Emily Brontë - Fiamme del paradiso”, realizzata per l'Istituto Superiore Etnografico della Sardegna, che è anche coproduttore dello spettacolo. L'iniziativa è organizzata dall'associazione culturale L'alambicco ed è parte della manifestazione "Festa dei lettori 2009". (Bing translation)
Aprile interviews director Clara Murtra:
Fiamme del Paradiso nasce dalla lettura del libro "Grazia Deledda, temi, luoghi, personaggi (ed. Iris, 2005)". In questo saggio, nel capitolo dedicato al ruolo che la scrittura ebbe nella biografia della scrittrice nuorese, Angela Guiso traccia un parallelo tra la Deledda e la Brontë, sottolineando il valore salvifico della cultura e della conoscenza nella vita e nelle opere. Grazia Deledda ed Emily Brontë nacquero in due isole molto lontane tra loro: la Sardegna e l'Inghilterra, nel "cuore" di queste isole - la Barbagia e lo Yorkshire.
Interpretato da Clara Murtas (Grazia Deledda), Rita Atzeri (Emily Brontë ) e dal danzatore Franco Casu, con la colonna sonora di Giuseppe Baldino e scene e costumi di Marco Nateri, lo spettacolo, rispetto al libro, cambia il centro della circonferenza emotiva che ruota, invece, intorno al desiderio, comune alle due autrici, di innalzarsi spiritualmente senza perdere l'aderenza alla "terra". Un percorso caro alle interpreti ed in particolar modo alla regista Clara Murtas, come si evince dal tono dell'intervista che ha voluto concedere ad Aprileonline.
Clara, sei protagonista di un duetto al femminile con la Atzeri, in cui interpretate Grazia Deledda ed Emily Brontë. Una necessità di ricordare o piuttosto di far rivivere un fuoco, di lasciare che un vento che mai si spegne continui a mantenere rovente quanto le due straordinarie scrittrici ci hanno lasciato?
Il mio vuole essere un promemoria per ricordare a tutti l'importanza della poesia e la funzione del poeta in questo mondo. Spesso si dice che il poeta vive fuori dalla realtà e con ciò si allude al fatto che non produca niente di tangibile e di utile ma bisognerebbe parlare piuttosto di una sua difficoltà di adattamento alla realtà convenzionale perchè egli sente e contempla la realtà vera che è quella poetica, una fiamma che perennemente brucia senza consumare e che alimenta la vita.
Come si porta una parola che nasce poetica e letteraria in scena? Che tipo di adattamento è stato fatto?
Tutto viene dalla capacità di immaginazione. La parola di queste due artiste unita alla loro biografia ha la capacità di risuonare e di rispecchiarsi nell'immaginario di ognuno di noi; nel mio caso ha evocato sensazioni e significati della mia propria biografia ed è bastato costruire con le loro lettere, i diari e le poesie, un dialogo indiretto tra le due artiste, un percorso parallelo condivisibile con tutto il pubblico. Questo grazie anche all'atmosfera creata da musiche registrate di autori dell'800 e contemporanei.
In cosa di quel sentimento ritrovi la tua passione artistica, che è di recitazione e di canto?
Tutto è poesia! nel senso che la ricerca dell'armonia nel mondo è poesia. E l'identificazione con tutti coloro che vedono un mondo invisibile dietro l'apparenza della cosiddetta Realtà mi suscita profonda com-passione che si trasforma in suono cantato o recitato. Per evitare l'autocommiserazione ho evocato in questo spettacolo il daimon delle due artiste interpretato dal danzatore franco Casu, ambiguo personaggio irreale che invece possiede la vera, reale visione delle cose che è sempre multiforme e contraddittoria... come una risata tra le lacrime.
Dove pensi sia il punto di rottura fra le società che queste due straordinarie letterate hanno vissuto e il nostro? Che contributo all'analisi del nostro tempo può dare la rievocazione di queste vite?
Purtroppo non è una riflessione consolante: a cinquant'anni di distanza la Deledda non trovò minori difficoltà della Brontë nell'affermare il proprio diritto di immaginare e descrivere le sue visioni. Però l'insegnamento che ne possiamo trarre è che ogni doloroso sforzo delle nostre antenate ha condotto le donne a rafforzare la loro autostima e possiamo vedere come in quell'epoca, tra la fine dell'800 e il primo 900, si ebbe una fioritura dell' ingegno femminile che costò sangue e lacrime ma che fu il solido gradino sul quale tutte noi siamo salite per costruire il gradino sul quale saliranno le nostre figlie.
In un suo celebre aforisma la Deledda, nella sua sottile e tagliente ironia, diceva "Se vostro figlio vuole fare lo scrittore o il poeta sconsigliatelo fermamente. Se continua minacciatelo di diseredarlo. Oltre queste prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri". La sensibilità artistica può ancora oggi aiutare a sentire e a svegliare le coscienze in una forma alta, superiore, o il nostro tempo è troppo offuscato da desideri materiali che impediscono di guardare all'elemento spirituale individuale e collettivo con la necessaria dedizione?
Bene ti risponderò con le parole di Platone (Repubblica): "Quando tutte le anime si erano scelte la vita, secondo che era loro toccato , si presentavano a Lachesi. A ciascuna ella dava come compagno il genio (daimon) che quella si era assunto, perchè le facesse da guardiano durante la vita e adempisse il destino da lei scelto. Il daimon guidava l'anima anzitutto da Cloto: sotto la sua mano e il volgere del suo fuso, il destino prescelto è ratificato. Dopo il contatto con Cloto, il daimon conduceva l'anima alla filatura di Atropo per rendere irreversibile la trama del suo destino. Di lì senza voltarsi l'anima passava ai piedi del trono di Necessità ... ognuno vive nell'epoca necessaria a compiere il suo destino. (Renzo Francabandera) (Bing translation)
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