Podcasts

  • S2 E1: With... Jenny Mitchell - Welcome back to Behind the Glass with this early-release first episode of series 2 ! Sam and new co-host Connie talk to prize-winning poet Jenny Mitchell...
    1 month ago

Friday, February 20, 2009

Friday, February 20, 2009 12:05 am by M. in ,    No comments
As we have been announcing, today, February 20, is the premiere of the resurrected comic opera/vaudeville Le Sorelle Brontë by Bernard de Zogheb at the Biennale di Venezia:
Le sorelle Brontë

Teatro Goldoni

Friday 20 February 20.30
Saturday 21 February 18.00

Libretto by Bernard de Zogheb
Book by Stefano Valanzuolo

Direction by Davide Livermore

Musical research, adaptation and orquestrations by Andrea Chenna

With Alfonso Antoniozzi (Carlotta Brontë; Currer Bell), Davide Livermore (Emiglia Brontë)
Ekaterine Bugianishvili (prima voce di Anna Brontë; una badante), Perrine Madoeuf (seconda voce di Anna Brontë; una badante), Cristina Alberto (terza voce di Anna Brontë; una badante)
Angela Nisi (Tabby, la loro cuoka; Thackeray, uno scrivaturo famoso), Inna Savchenko (Bridzitt, la loro cameriera; MacMillione, un editore havaro et rikko), Maryse Pires da Silva (Branwell Brontë, il fratello vergognoso delle tre sorelle), Oxana Mochenets (il signor Hegez, proprietario di un hotel di Brussella), Anna Bessi (Dickens, uno scrivaturo famoso; una badante), Mara Bezzi (Nicolls, uno che ama Carlotta), Giulia Alberti (un prete; una badante che porta valiggi)
musicisti Angelo Conto, Diego Mingolla

Musical Director: Andrea Chenna
Scenery: Barbara Delle Vedove
Costumes: Clara Mennonna
Lights: Nicolas Bovey
Production: La Biennale di Venezia, Teatro Regionale Alessandrino, Moz-Art Box Portici, Associazione Baretti with the collaboration of the Fondazione del Teatro Stabile di Torino

Felicemente proiettato nella dimensione, non priva di snobismo, del divertissement domestico, Le sorelle Brontë può essere visto quasi come un vaudeville, alla cui esplicita inattualità contribuiscono la scelta del soggetto, l’epoca stessa di produzione e il fatto di essere scritto in lingua franca, ossia in quella sorta di esperanto commerciale in uso presso i porti del Mediterraneo sin dall’epoca delle Crociate e sopravvissuto, fino alla metà del secolo scorso, soprattutto nell’ambiente cosmopolita di Alessandria d’Egitto. Da questa città, appunto, proviene Bernard de Zogheb, personaggio alquanto misterioso che, nel 1964, consegna alle stampe il libretto per un’opera musicale che, tuttavia, non verrà mai rappresentata in pubblico: Le sorelle Brontë. La storia, concepita al sole del Mediterraneo, si svolge nella nebbiosa brughiera inglese e narra la peripezia di tre note sorelle scrittrici, dalla vita un po’ grama. Un’ambientazione, come si vede, lontanissima dalla realtà dell’autore, straniante al pari del linguaggio preso in considerazione. Tutto contribuisce a tenere il prodotto sul filo dell’ironia sottile: è lo stesso de Zogheb a indicare i mille riferimenti musicali che debbano accompagnare la scena, confondendo per scelta colto e popolare, kitsch e sublime.
L’effetto finale, come già detto, rimanda all’operetta o al vaudeville. Ma a buona parte del pubblico italiano verrà in mente il gioco musical teatrale sviluppato, più o meno negli anni in cui de Zogheb scriveva il suo libretto, dal Quartetto Cetra in tv. Come nelle celebri parodie dei classici della letteratura messi in scena dal popolare quartetto – dal Conte di Montecristo ai Tre moschettieri - le canzoni hanno il compito ora di alludere, ora di ricreare un’atmosfera, altre volte di porsi anche solo come tappeto ritmico sul quale prenda forma, non senza qualche eccesso parodistico, la demenziale epopea delle Sorelle Brontë. In una girandola di travestimenti musicali, letterari e teatrali, si rivelano il comico e il grottesco di un’opera restituita, dopo quasi mezzo secolo, finalmente alle scene.
Lo spettacolo presentato alla Biennale nasce dal seminario per cantanti e attori condotto da Stefano Valanzuolo e Davide Livermore nel novembre scorso, nell’ambito del Laboratorio Internazionale del Teatro.
A diary of the previous Laboratorio Internazionale del Teatro's workshop around this curious opera can be found here.

Categories: ,

0 comments:

Post a Comment