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Monday, February 15, 2021

Monday, February 15, 2021 5:00 am by M. in , ,    No comments
 Today, February 15, on RAI 5, you will able to see an interview with Emily Brontë:

Le interviste impossibili
RAI 5, 22.15 (February 15)
Written and Directed by Roberto Quagliano
With Camilla Bianchini as Emily Brontë

Una vita trascorsa nella brughiera dello Yorkshire insieme a cinque sorelle e un fratello, e poi il desiderio si scrivere e inventare storie che la portassero lontano dal mondo delle convezioni sociali vittoriane vigenti nella sua epoca, fino alla morte prematura a soli 29 anni. Emily, la più celebre delle tre sorelle Brontë, famosa per il suo unico romanzo “Cime tempestose”, è la protagonista di “Le interviste impossibili”, la serie scritta e diretta da Roberto Quagliano in onda lunedì 15 febbraio alle 22.15 su Rai5. Nel romanzo della Brontë tutto si svolge in maniera accelerata, con dialoghi perentori e situazioni sempre ai limiti della normale convivenza civile. Molti lavori di Shakespeare presentano la stessa perentorietà e la stessa accelerazione narrativa. Eppure, spesso i romanzi delle scrittrici di inizio ‘800 sono stati trasformati dalle trasposizioni cinematografiche, come anche dalla percezione degli spettatori, in storie leziosamente romantiche che ruotano intorno a un unico tema: l’amore disperato fra due persone che, date le convenzioni sociali vigenti, non dovrebbero amarsi, ma lottano disperatamente per difendere il loro amore. 
Supervisione scientifica dei testi del dipartimento di lingue e letterature straniere dell’Università di Modena e Reggio Emilia: Giulia De Florio, Giovanna Buonanno, Annamaria Contini. Supervisione alla sceneggiatura di Mick Conefrey.
Pink Society interviews Camilla Bianchini:
Chiara Nicoletti: Camilla, la tua Emily Brontë conclude il ciclo di 6 puntate di cui si compone la serie Le interviste impossibili su Rai 5. Come descriveresti il progetto?

Il progetto si rifà ad una trasmissione celebre degli anni ‘80 su Radio Rai dove personaggi storici importanti in vari ambiti venivano intervistati. Erano interviste immaginate visto che i personaggi erano da tempo scomparsi. Roberto Quagliano ne ha voluto fare una versione televisiva e dare carne e ossa a questi personaggi e Emily Brontë è l’unica donna che viene intervistata in questo primo esperimento di interviste impossibili in televisione. È stato bello perché lei l’avevo letta nell’estate della prima media perché mia madre ci ha sempre tenuto a che la nostra educazione letteraria e sentimentale passasse attraverso le sorelle Brontë, Jane Austen, Piccole donne, ad esempio, ed è stato interessante rileggerla perché molte cose mi erano sfuggite da piccola ovviamente. C’è una interessante analisi fatta da Roberto che ha preso come testimonianze degli articoli che sono stati pubblicati in una rivista letteraria, la New York review e poi si è avvalso anche di documenti dell’università di Bologna e Reggio Emilia.  Ne è venuto fuori un profilo di una donna forte, anche rivoluzionaria. Lei inizialmente scrisse sotto pseudonimo poi in realtà con Cime Tempestose si pone come scrittrice libera che non ha bisogno di essere sposata o di essere madre ma che semplicemente scrive e fa di questo il suo mestiere in un momento particolare, in cui questa cosa sappiamo non essere ben vista dalla società. (...)

Chiara Nicoletti:  Nell’intervista colpisce una frase di Emily Brontë che dice: “Pensi alle trasposizioni del mio romanzo e di quello di mia sorella Charlotte, Jane Eyre, al modo in cui hanno trattato la storia d’amore tra Rochester e l’impeccabile governante sacrificando quello che è forse l’aspetto più affascinante del romanzo: la sua rappresentazione schietta della rabbia femminile e del risentimento di classe.” Avevi riflettuto su questo aspetto e che ne pensi?

L’ho scoperto dopo che ho letto queste testimonianze e leggendo il libro poi ti rendi conto che effettivamente questi aspetti sono presenti ma anche quando ero più piccola ci si soffermava più su questa storia d’amore tormentata dalle questioni sociali ma in realtà c’è molto altro. Se prendi il protagonista di Cime Tempestose per esempio, Heathcliff, lui è un trovatello ed è un antieroe, non è un personaggio positivo anzi è molto oscuro e lei riflette nell’intervista che vedrete e ricorda che in quel periodo più di 40.000 bambini vivevano per le strade di Londra senza cure e questo è un aspetto che non sapevo, a cui non avevo mai fatto caso.  Va preso in considerazione poi il fatto che non ci sia un eroe positivo nella storia ma che abbia sfu
mature e che Cime Tempestose fu considerato molto violento all’epoca. Un’altra cosa che mi ha stupito e che non sapevo è quanto fosse stata importante la figura del padre nella vita delle sorelle Brontë. Aveva educato le figlie alla pittura, alla letteratura, alla musica fin da piccole ed era abbastanza particolare e strano per quei tempi perché non era così scontato che le donne potessero studiare. Il papà aveva regalato loro dei soldatini e loro avevano cominciato a scrivere queste storie di soldatini nella loro cameretta.

Chiara Nicoletti:  Dopo questo percorso, chi è diventata per te Emily Brontë?

È diventata una rivoluzionaria e una guida per chi vuole scrivere e per le lettrici. È diventata il mio nuovo mito, l’ho riconsiderata tanto e poi fa strano pensare quanto lontana sia da noi ma anche tanto vicina. La nostra situazione di donne è cambiata ma bisogna sempre lottare ed essere coraggiose fino alla fine, come emerge anche dall’intervista.

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